E’ stato pubblicato un importante articolo sul Cesalpino, rivista medico-scientifica promossa ed edita dall’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Arezzo, relativamente alle Prescrizioni Verdi, sulle quali la TeFFIt da tempo lavora
ABSTRACT
La sempre più rapida diffusione e gravità di malattie infettive e di quelle cronico degenerative ha evidenziato la strettissima correlazione tra salute umana e alterazioni ambientali provocate dalle attività antropiche, mettendo contemporaneamente in crisi tutti i Sistemi Sanitari.
Ciò ha riattualizzato il concetto di Sindemia, che considera come determinanti di salute le interazioni biologiche, ambientali, sociali ed economiche della popolazione e le politiche sanitarie che la coinvolgono, e quello di salute olistica di One Health. Tali approcci richiedono necessariamente prospettive interdisciplinari dove ciascuna disciplina si integra con le altre per affrontare la complessità dei sistemi sui quali si deve intervenire. Il settore sanitario, che mira a tutelare la salute, è paradossalmente allo stesso tempo uno dei principali emettitori degli inquinanti ambientali che hanno un impatto negativo sulla salute umana mentre, nell’ultimo decennio, la domanda di assistenza sanitaria “verde” risulta in progressivo aumento.
Tuttavia, lo sviluppo “verde” e sostenibile del settore sanitario è un fenomeno altamente complesso, integrato e interconnesso, che richiede una leadership clinica ma anche una struttura concettuale e competenze pratiche ancora rare tra gli operatori sanitari, evidenziando l’urgenza di incorporare nella formazione e nella pratica i principi e le tecniche di sostenibilità.
Il minor impatto ambientale del settore sanitario, oltre a privilegiare le catene di produzione sostenibili negli ambiti diagnostici e terapeutici, deve punta- re sulla prevenzione delle malattie e sulla prescrizione di interventi efficaci integrativi o alternativi a quella farmacologica. Tra questi sono di particolare importanza gli interventi basati sulla Natura che tuttavia possono avere effetti altrettanto negativi se affrontati in modo opportunistico o unilaterale.
Introduzione
La pandemia da SARS-CoV-2 ha evidenziato in tutto il mondo la debolezza dei sistemi sanitari pubblici, già in crisi a causa della sempre maggior diffusione delle malattie croniche e complesse. Le malattie croniche hanno inoltre dimostrato di rendere più vulnerabili al virus le persone affette, aumentandone il rischio di decesso. La precedente inefficacia della prevenzione e del trattamento delle malattie croniche ha dunque rappresentato un ulteriore sovraccarico di sistemi sanitari stressati dalla pandemia. D’altronde, pandemia e malattie croniche condividono la comune concausa del degrado ambientale conseguente alle attività antropiche, e la loro diffusione deriva anche dal fallimento nell’affrontare quest’ultimo. Se, nel mondo, sette milioni di decessi sono attribuibili all’inquinamento1, il deterioramento della salute del pianeta minaccia le fondamenta della Medicina dello stile di vita, sulla quale si fa affidamento per prevenire e gestire le malattie croniche, limitando la nostra capacità di prescrivere un’alimentazione sana, attività fi- sica all’aperto sicura, strategie di gestione dello stress, connessione sociale, sonno ristoratore e l’evitamento di sostanze tossiche2. Il COVID-19 è a sua volta considerato il risultato di molteplici fattori, la gran parte correlati allo stato di degrado della salute del pianeta, come cambiamento climatico, intensificazione agricola, urbanizzazione, cambiamento dell’uso e della copertura del suolo, deforestazione, perdita di biodiversità, crescita della popolazione, globalizzazione, commercio di specie selvatiche, mercati umidi, diete non sostenibili, antimicrobico resistenza, inquinamento atmoserico, stress idrico, povertà, governance debole3, costringendo ad ammettere la necessità di misure olistiche che salvaguardino contemporaneamente salute umana, ani- male e degli ecosistemi in un’ottica One Health. Tuttavia, il sempre maggior riconoscimento della sinergia dei fattori in gioco, ognuno dei quali accresce gli impatti negativi dell’altro in modo additivo, aumentandone sempre più la vulnerabilità e accrescendo i fattori di rischio, comporta la necessità di adottare un approccio ecosindemico, capace cioè di andare oltre gli obiettivi di sviluppo sostenibile per adottare misure che prevedano anche la conservazione e il restauro degli ecosistemi.
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Articolo Prescrizioni Verdi Cesalpino n° 57
Autori Articolo
PIERANGELA FIAMMETTA PIRAS, MD, Referente Terapie Forestali – Rete Terapie Forestali in Foreste Italiane (TeFFIt-OE), Il Bosco di Puck, Cortona (IT);
GIUSEPPE BARBIERO, Ecologo e ricercatore presso il Laboratorio di Ecologia Affettiva, Università della Valle d’Aosta, Aosta (IT).
STEFANIA PINNA, Ecologa e ricercatrice presso il Laboratorio di Ecologia Aettiva, Università della Valle d’Aosta, Aosta (IT).
RAOUL FIORDIPONTI, Presidente Rete Terapie Forestali in Foreste Italiane (TeFFIT-OE), Firenze (IT)
ANGELICA LORENZONI, Psicologa clinica e della salute, Istituto CAM-Residenza Sanitaria Disabili, Docente e Conduttrice di Immersione in Foresta TeFFIt-OE, Arezzo (IT);
CARLOANDREA CARLONI, Veterinario clinico e comportamentalista, Direttore Sanitario della Clinica Veterinaria L’Arca, Cortona (IT);
VITO ANTONIO POLITO Conduttore di Immersioni in Foresta TeFFIt-OE, Guida Naturalistica del Parco del Ticino (IT);
ROBERTO ROMIZI, MD, Presidente Associazione Medici per l’Ambiente – ISDE Italia;
BARTOLOMEO SCHIRONE, Ordinario di Selvicoltura e assestamento forestale, Dipartimento DAFNE, Università della Tuscia (IT)